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Riscrivere il Reiki: l’ipotesi Yokoi e le politiche della bianchezza spirituale

Abstract

(traduzione italiana dell’articolo Rewriting Reiki: the Yokoi hypothesis and the politics of spiritual whiteness) Questo articolo propone un’analisi culturale e antropologica critica della cosiddetta ipotesi Yokoi — ovvero l’affermazione secondo cui il Reiki non avrebbe avuto origine con Mikao Usui, ma con il pastore cristiano Tokio Yokoi. Piuttosto che valutare tale ipotesi su basi storiche, il saggio ne esamina le funzioni discorsive e politiche. L’argomentazione centrale è che la narrazione Yokoi esemplifichi una forma di whitewashing spirituale: un’operazione simbolica che cancella la genealogia buddhista e giapponese del Reiki, sostituendola con un mito d’origine compatibile con il cristianesimo e leggibile in termini razziali. Attraverso il metodo genealogico di Foucault, gli studi sulla bianchezza e la teoria critica della razza, l’articolo esplora come privilegio epistemologico e autorità spirituale vengano co-costruiti tramite meccanismi di appropriazione culturale, riterritorializzazione religiosa e spiritualità neoliberale. Il testo dialoga con materiali etnografici, in particolare con il lavoro di Dori Beeler sul Reiki come abbandono (surrender), e colloca la narrazione Yokoi all’interno di più ampie dinamiche post-secolari di legittimazione, mercificazione e desiderio spirituale. In questo modo, si interrogano le condizioni sotto le quali le storie spirituali vengono costruite, autorizzate e consumate nei contesti euro-americani contemporanei.