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2025, L'invenzione degli Assassini. Genesi di una leggenda medievale. Bologna, Il mulino
Il libro racconta il processo che, a partire dai dati storici reali, ha portato alla costruzione di una leggenda dai tratti particolarissimi, di grande circolazione fino al tardo medioevo e destinata a giungere fino ad oggi con il popolare videogioco Assassin's Creed.
Francigena 8, 2022
CHIARA CONCINA Cherubini in oltremare: a margine del Salterio tradotto da Pierre de Paris (ms. BnF, Fr. 1761) MATTEO CAMBI Per la storia del ms. Oxford, Bodleian Library, Canon. Misc. 450 ROBERTO PESCE Structure and Symbolism in the Estoire d'Atile en prose CINZIA PIGNATELLI La première traduction française des traités d'Albertano de Brescia et le RIALFrI FEDERICO GUARIGLIA Moamin et Ghatrif: prolégomènes à une nouvelle édition ROBERTA MANETTI La tenzone in sonetti trilingui tra Gidino Sommacampagna e Francesco di Vannozzo LAURA MINERVINI Marco Polo e gli Assassini: mouvance testuale, costruzione narrativa e (ri)elaborazione della leggenda MARTA MATERNI Note di lavoro intorno alla creazione di una struttura di analisi lessicale (Roman de Troie Prose 2, ms. Grenoble BM 861) INDICE Open Access.
Nella seconda metà dell'XI secolo l'Europa era devastata da un'ondata di violenza, portata avanti da gruppi di aristocratici, pressoché giovani, che distruggevano le coltivazioni, depredavano villaggi, uccidevano uomini inermi.
Traducción al italiano de Gianni Ferracuti, publicada en Studi Interculturali. Rivista quadrimestrale a cura di Mediterránea, Centro di Studi Interculturali - Università di Trieste, 3, 2016, pp. 63-79. (El PDF incluye el número completo de la revista). La versión original, mi artículo "El poema 'Elegía'. Una reinterpretación lorquiana de los prototipos femeninos de fin de siglo", se puede consultar aquí mismo: https://www.academia.edu/23429820/_El_poema_Elegía_Una_reinterpretación_lorquiana_de_los_prototipos_femeninos_de_fin_de_siglo_
The article analyses the transformation of the topos of the Muslim enemy by proposing an excursus through the patristic and epic literature until to the diaries of the late medieval pilgrimage. From idea of heresy to that of idolatry, the Western perception towards the Muslim world passes through a representation which depends by political dynamics. In the background of a system of high knowledge, as the monasticism, Islam was considered as a form of Christian heresy. But when the description was developed in the context of the normal people, usually poorly educated, Islam became a pagan idolatry with demonic tones. Although the epic and patristic echoes remain intense, the matter changes deeply when one observes the representation of the Muslims in the pilgrimage diaries. In this kind of sources is obvious the friction between the stimulus derived by the comparison with others and the resistance of a generally conservative cultural background. The research covered the entire corpus of Florentine diaries and this is the peculiarity of the research. Although there are excellent works about the Italian pilgrimages, none had yet developed, in this sources genre, a systematic study on the representation of otherness, a subject full of consequences for the history of Western thought.
La presente bibliografia non vuole avere carattere di esaustività, ma ha lo scopo di offrire un quadro di riferimento per tutti coloro che necessitano di avere indicazioni bibliografiche su un mondo vasto e plurale quale quello dell'Islam. A tale scopo, viene fornito un panorama generale delle pubblicazioni, in lingua italiana, che trattano di Islam da vari punti di vista: storico, religioso, spirituale, dottrinale, culturale, giuridico.
2017
Abstract: The paper provides analysis of tools and languages chosen by the urban realities of the kingdom of Sicily to construct and propose the external perception their awareness of identity. Particular attention will be given to coastal reality with a selection of cases considered significant both for the originality of the narrative plots taken, both by fidelity to the needs of the local communities. Tales about existential events of patrons, but especially the invention of the sources quoted in so-called "founding myths", they are able to reflect social conditions and the cultural climate in which mature awareness of belonging to a specific urban context. Especially these stories document the development of collective memory that generates the identity, since it refers to a common past and then to a historical event widely shared. This is why everyone recognizes it as its own.
I luoghi magici di Federico II, 2009
L’Imperatore-mago per antonomasia diventa la guida eccellente di un viaggio misterioso che parte dalla Sicilia fino a giungere al Nord dell’Italia. Questa opera saggistica svela i segreti di questo misterioso personaggio collegandolo ai luoghi ove ha lasciato la sua impronta. Idealmente, ma anche materialmente, si può compiere un viaggio indimenticabile sulle sue orme. Un libro per chi desidera conoscere qualcosa di diverso su Federico II e la sua magia.
Divenire comunità. Comuni rurali, poteri signorili, identità sociali in Valtellina e nella montagna lombarda nel tardo medioevo Tesi di dottorato in Storia medievale, Università degli Studi di Torino, XIV ciclo, a.a.
Ripercorrere le vicende storiche del popolo visigoto, dalla leggendaria migrazione scandinava sino alla creazione di un regno nella penisola iberica, significa riflettere su una fase storica straordinariamente cruciale e tumultuosa, che segna l’inesorabile fine del “mondo antico” e l’inizio del medioevo europeo. Dopo la caduta del regno di Tolosa, a opera dei Franchi di Clodoveo, i Visigoti, stanziati definitivamente nell’Hispania, daranno vita a uno stato espressione dell’incontro-scontro tra l’eredità romana e la tradizione germanica, rappresentando nel contempo uno degli ultimi “baluardi” nella conservazione e trasmissione della cultura greco-romana, sia attraverso vescovi cattolici imbevuti di cultura classica sia mediante l’insegnamento impartito nelle scuole presbiteriali ed episcopali a ecclesiastici e laici. Tra sanguinarie congiure di palazzo, intrighi nobiliari per l’eredità al trono, lotte continue contro Vasconi, Asturi, Cantabri, Svevi, Franchi e Bizantini per conservare l’unità e l’indipendenza del regno, i Visigoti produssero un’originale e raffinata cultura artistica ben testimoniata da chiese, sculture ed eccellenti opere d’arte suntuaria. Dopo la conversione al cattolicesimo di Recaredo e il rafforzamento dell’unità statuale, la guerra civile e l’espansionismo della dinastia Omayyade porranno fine, dopo quasi tre secoli di vita, a questa esperienza».
2008
Collana "Biblioteca storica" pp. 392, NON DISPONIBILE 978-88-15-11516-4 anno di pubblicazione 2007 Ariel Toaff a Fahrenheit, 8 febbraio 2007: http://www.radio.rai.it/radio3/view.cfm?Q_EV_ID=204270
Chi si serve oggi del medioevo? Tutti. La politica attuale lo usa come una miniera da cui estrarre esempi e modelli ritenuti utili per capire il presente. Identificato con i «secoli bui», il medioevo è presentato come modello perfetto per spiegarci i «nuovi barbari», lo «scontro di civiltà» e il terrore che il nostro mondo stia per finire. Al contrario, se considerato come il tempo dei cavalieri e delle origini eroiche, il medioevo assume una funzione mitica per moltissimi gruppi politici e comunità organizzate, che lo usano per affermare la propria originale identità. Questa attualizzazione del medioevo, spesso una vera e propria invenzione delle tradizioni, va sotto il nome di «medievalismo». La sua analisi è una chiave nuova e inusuale per leggere la società contemporanea e gli indirizzi che sta percorrendo. Dalla militanza politica allo svago new age, dai tornei cittadini al tradizionalismo identitario cattolico, fino ai richiami alle origini dell'Europa unita e alla mitologia della Lega Nord, Tommaso di Carpegna propone con gli strumenti del medievista, ma con lo sguardo puntato all'attualità, un appassionante percorso che si snoda dagli anni Sessanta e raggiunge i drammatici giorni degli attentati in Norvegia del «templare » Breivik.
Essay on history, 2019
The visit of Francesco of Assisy to the Sultane of Aegypt in 1219
La ricerca del Sacro Graal . . La storia del tesoro più prezioso di tutta la terra racconta di un cavaliere innocente e di una magica coppa custodito in gran segreto per secoli. Ma dove porta la ricerca? Alla vita eterna? O alla dannazione eterna? . La leggenda del Sacro Graal ha inizio nell'anno 63 d.C, quando Giuseppe d'Arimatea, discepolo di Gesù, lasciò la Terra Santa per una missione segreta. Dopo un lungo e pericoloso viaggio per mare l'imbarcazione di Giuseppe raggiunse uno stretto estuario a est dell'Inghilterra. Innanzi a lui, si ergeva la sua destinazione ultima: Glastonbury Tor, l'isola di vetro. Una volta sbarcato, Giuseppe alzò il suo bastone al cielo in segno di ringraziamento e lo affondò poi nel terreno. Con sé, aveva portato un prezioso tesoro: si trattava di una coppa contenente il sangue di Gesù Cristo, il Sacro Graal. In Inghilterra il Graal restò a lungo. Per secoli la sua custodia venne tramandata ad una discendenza di guardiani. Come Giuseppe prima di loro, ciascuno era protetto dalla magica coppa. Essa spegneva la loro sete, saziava i loro appetiti, guariva le loro ferite mortali. Aveva un enorme potere di vita e di morte. Durante il regno del leggendario re Artù il Graal veniva custodito in una grande fortezza nella quale era sorvegliato da un valoroso cavaliere. Tuttavia questi tradì il suo sacro dovere per amore di una donna. E così la benedizione del Graal divenne una maledizione. Un giorno, mentre il cavaliere duellava per amore della sua signora, fu ferito di una ferita gravissima, e poiché aveva trascurato la difesa del Graal, non accennava a guarire. Tutto intorno alla fortezza che ospitava il Graal, la terra si fece arida e deserta. Ferito a morte, e tuttavia incapace di morire, il cavaliere vide spegnersi a poco a poco il suo potere. Solo pescando era in grado di dimenticare il dolore della sua condizione. E fu così che incominciarono a chiamarlo il Re Pescatore. Eppure, c'era ancora una speranza. La profezia parlava di un cavaliere innocente che un giorno avrebbe annullato la maledizione. Il cavalierecosì si diceva -avrebbe posto al re una domanda precisa, e la terra sarebbe rifiorita. Ma qual era questa domanda? Nel frattempo, in una foresta molto distante, viveva una vedova con l'unico figlio rimasto. Aveva perso il resto della famiglia in guerra, e quindi, decisa a salvare almeno il più giovane, lo aveva portato a vivere in quella zona selvaggia, lontano dal mondo degli uomini. Quel ragazzo si chiamava Parsifal. Un giorno Parsifal vide dei cavalieri nella foresta e decise di andarsene per diventare a sua volta cavaliere. Non si girò neppure mentre si allontanava, e non vide la madre cadere a terra morta. Lui le aveva spezzato il cuore. Dopo un lungo viaggio, raggiunse la sua destinazione, Camelot, il castello di re Artù. Entrando a Camelot, sentì levarsi una risata di donna e la profezia aveva detto che una risata di donna sarebbe nuovamente riecheggiata al castello solo in presenza di un uomo abbastanza valoroso da mettersi alla ricerca del Santo Graal. Era il segnale. E Parsifal era l'eletto. Ora, sarebbe stato introdotto alla nobile arte del cavalierato. E il giovane aveva molto da imparare: le astuzie in battaglia, i voti di onore e di coraggio custoditi nel codice della cavalleria, e soprattutto, il codice del silenzio. Ma un giorno Parsifal, preso dal rimorso per aver lasciato la madre, si rimise in cammino e si addentrò nella foresta. All'improvviso, si alzò una nebbia che lo fece smarrire. Fu allora che incontrò il Re Pescatore, e con esso, il suo destino. Vedendo che il giovane cavaliere s'era perso, il re gli offrì riparo per la notte al suo castello. Più tardi, mentre sedevano insieme nel grande salone, cominciò a svolgersi un misterioso rituale. Come dal nulla, apparse una processione di candele. Alla sua testa una donna portava un calice scintillante, oltre il quale apparve un magico banchetto. Con grande sorpresa di Parsifal, il Re Pescatore non si unì a lui per il banchetto. Parsifal vide che era tormentato da una gran pena, e se ne chiese il perché. Ma nonostante la curiosità, si ricordò del codice del silenzio dei cavalieri, e lo rispettò. Poi cadde in un sonno profondo. Svegliandosi il mattino seguente, Parsifal era solo, come se la notte precedente fosse stata un sogno. Il castello era deserto e il Graal era scomparso. Il giovane cavaliere aveva fallito la sua ricerca. Per arroganza, non aveva chiesto al re quale fosse la sua pena. Quella era la domanda da porre. Per anni Parsifal vagò sulla terra in cerca della sua innocenza ormai perduta. Ma invece del Graal, tutto ciò che riuscì a trovare furono gli inganni e le falsità del mondo. Infine, quando ormai le sue speranze erano quasi svanite, raggiunse la cappella di un vecchio eremita. Grazie a lui, comprese di aver peccato di orgoglio, d'aver prima spezzato il cuore di sua madre, e di non aver poi mostrato amore per le sofferenze del prossimo. Solo arrivando a questa consapevolezza, lasciando da parte il suo orgoglio terreno, egli poté riaccostarsi a Dio, rimarginare la ferita del re, allontanare la maledizione dalle sue terre, e restituire tutto il suo potere al Graal. . Questo dice la leggenda. E da qui ha inizio la nostra ricerca.
Tesi di laurea magistrale in Scienze Storiche (LM-84) Relatori proff. Dario Canzian e Giovanni Catapano Votazione 110/110 e lode https://www.pierluigibattaglia.it/2014/03/13/laurea-magistrale-in-scienze-storiche/
Progetto Riviste online (a cura di F. Testaferri, Italia)
Fake news, conspiracy theories, forgeries: contemporary society appears to be particularly sensitive to the theme of "fake" and even history easily becomes the object of falsification. Considering different types of uses, reuses and abuses of history, the book reviews the many reasons that lead to the production of fakes: frustrated ambitions, economic interests, thirst for power. Accustomed by trade to dealing with fact checking, the authors of the contributions investigate the different forms of mystification of reality, starting from a common premise: no opposition between the "bad guys" (forgers and their accomplices, aware or unaware of the deception) and the "good guys" (the champions of truth, honesty and authenticity), but research into the origins and purposes of revisitations, errors and inventions.
Studia graeco-arabica 3 (2013) ISSN 2281-2687, 2013
In recent past the already abundant bibliography on the Ismā‘īlī Nizārī sect, known in the Western world since the 12th century with the inappropriate and hostile definition of ‘Assassins sect’, was enriched by fundamental contributions of Farhad Daftary, co-director and head of the Department of Academic Research and Publications at the Institute of Ismaili Studies. However, in his work are not even mentioned some Byzantine sources on the sect, which are of considerable interest, and that scholarship has taken into account only seldom. The present paper can be regarded as a sort of small Appendix to Daftary’s work. It consists of two distinct parts: the first is dedicated to the image of the Ismāʿīlīs in the Byzantine sources (Anna Comnena, John Phokas and Niketas Choniates); the second one is an analysis of the dossier concerning a Fatimid dā‘ī sent to Constantinople.
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