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Secondo una leggenda calabrese, Re Carnevale, sovrano forte e potente, governava un vasto regno con saggezza e giustizia. Le porte del suo palazzo erano sempre aperte e chiunque poteva mangiare cibi prelibati. Ma i sudditi, invece di rallegrarsi di avere un sovrano così generoso, approfittarono del suo buon cuore, si presero tanta confidenza, da costringere il buon re a non uscire più dal suo palazzo, per non essere sbeffeggiato. Egli, allora, si ritirò in cucina e rimase nascosto, mangiando in continuazione. Ma un brutto giorno, di sabato, dopo essersi abbuffato, si sentì male e capì che stava per morire: la sua ingordigia lo aveva rovinato. Tutto sommato era felice per la vita allegra che aveva condotto, ma non voleva andarsene così, solo abbandonato da tutti, proprio lui, il potente Re Carnevale... si ricordò di avere una sorella, molto diversa da lui, Quaresima, che lui aveva scacciato da corte. La mandò a chiamare e lei, generosa, accorse: gli promise di
Conoscere Farnese, 2012
Le origini del Natale cristiano, 2023
Lo studio tratta la datazione del 25 dicembre come natale di Cristo nella chiesa primitiva
Le origini della Festa delle lucerne di Somma Vesuviana rione Casamale
Trascrizione, elaborazione e diffusione di un repertorio popolare. Analogie e discrepanze negli approcci metodologici di Guillaume-Louis Cottrau e Francesco Florimo.
Il Pensiero Storico - Rivista internazionale di storia delle idee, 2022
La fenomenologia della "nostalgia dell'origine" ricondotta alla sua essenza metafisica nelle tavolette d'oro orfiche
Le origini dello stemma di Verzuolo risalgono al 1605, quando il duca Carlo Emanuele I di Savoia, infeudò Verzuolo con il titolo di Contea a Michele Antonio Saluzzo della Manta, che si trasferì nel castello di Verzuolo dando origine alla dinastia dei conti di Verzuolo.
Quaderni del Museo Europeo n. 2 Roma-2023 Compulsando i fascicoli dell'Archivio della "Società Dante Alighieri", per una ricerca relativa all'approfondimento sulla sua origine, nata nel 1887 da un incontro di Giosuè Carducci, a Bologna, con Giacomo Venezian, si era dovuto constatare che, mentre vi era un congruo materiale storico relativo alle prime riunioni a Roma del 1889, seguiva una lacuna poiché pochissimo era quello attinente al 1890, mancando addirittura i verbali del suo "Primo Congresso", mentre esso riprendeva regolarmente negli anni successivi. Da qui è scaturita la decisione di svolgere un approfondimento. Sono state, quindi, pazientemente ricercate delle fonti storiche e ne sono state individuate due, fortunatamente copiose di notizie, ossia un quotidiano romano, nella cui redazione si erano svolte delle riunioni preliminari per la "Dante Alighieri", ed una rivista culturale irredentista settimanale dell'epoca, anche se essa ha avuto vita breve essendo stata fondata a scopo elettorale (a sostegno della candidatura al parlamento italiano di due deputati, uno originario di Trento e l'altro di Trieste): di conseguenza si è verificato che queste due testate seguivano attentamente lo sviluppo della "Società Dante Alighieri" nonché dei suoi dibattiti interni ed esterni, la prima per professione di fede e l'altra "pro domo sua". Ne è emerso, in concomitanza, il complesso panorama storico-politico di un'Italia dell'epoca con delicate e complesse problematiche nelle proprie alleanze, schiacciata tra una Francia in bilico ed un impero austriaco egemone, che rifletteva la propria forte influenza anche sul Mar Adriatico, con la spinosa problematica delle terre irredente italiane, specialmente di Trento e di Trieste, due poli posti tra due mentalità contrapposte, italica e teutonica. L'indirizzo politico italiano si era molto appannato, con la "Triplice Alleanza", la quale appariva molto squilibrata a favore degli imperi continentali, per di più con Presidente del Consiglio un Francesco Crispi, da eccessivamente baldanzoso nel Risorgimento ad esageratamente timoroso, trattandosi di aver a che fare con degli "alleati", con la ormai troppo patinata rappresentanza a Vienna di Costantino Nigra, il quale non mostrava quasi più una spiccata luce propria, con l'annosa problematica interna, carica di riflessi internazionali, dei rapporti con la Santa Sede, nei venti anni in cui Roma era diventata la capitale d'Italia. Da qui l'irrobustimento dell'irredentismo, che al nostro interno segnava il passo di una marcata incidenza nell'aspetto culturale italiano, mentre veniva invece smodatamente temuto e quindi criminalizzato nel contiguo impero, benché alleato dell'Italia. Unico elemento di comunione spirituale e culturale rimaneva la lingua italiana, che aveva non solo sfidato i secoli ma anche le divisioni interne.
Adagiata alle pendici delle dolci colline della Costa Azzurra, lambita da un placido mare e favorita da un clima incredibilmente favorevole, Mentone è una piccola cittadina che ha fatto dei suoi prodotti tipici, gli agrumi, un punto di forza e di fama internazionale.
Giugno 2011 – Per spiegare le origini e la natura del divario economico fra il Nord e il Sud d'Italia, sono state richiamate differenze storiche remote tra le due aree: nella struttura genetica, nei comportamenti sociali, nell'evolu-zione istituzionale 1 . Noi non ci proponiamo di risalire così indietro nel tempo. A nostro avviso il divario fra le due parti del paese ha origini rela-tivamente recenti. Si profila alla fine dell'Ottocento, quando inizia la cre-scita moderna dell'Italia, e costituisce una delle caratteristiche del pro-cesso di sviluppo che si è verificato nell'ultimo secolo e mezzo. Su que-sto periodo sono oggi disponibili nuove conoscenze che consentono di riesaminare in maniera diversa un tema così dibattuto e così importante nella storia d'Italia. Nelle pagine successive esamineremo diversi indicatori relativi al periodo fra l'Unità e la fine dell'Ottocento. Ci soffermeremo, innanzitutto su alcuni indicatori sociali (par. 1). Passerem...
Diritti Comparati, 2022
Comment to NYSRPA v. Bruen (597 U.S. __ 2022)
Il Nodo di Salomone, un simbolo nei millenni, 2010
1 LE ORIGINI: I PRESUPPOSTI NEOLITICI Di origini e non di un'origine del nodo di Salomone dobbiamo parlare: questa è una prima certezza dopo aver appurato una diffusione tanto vasta quanto estesa nel tempo. Gli esempi precolombiani da soli sostengono in pieno la tesi, ma sappiamo altresì che lo stesso fenomeno è per tutti i simboli basilari, quelli che appaiono come una sorta di patrimonio comune, comune a culture fra le più diverse e lontane. Simboli che paiono quindi "confi nare" con le matrici che defi niamo archetipi o per meglio dire essere loro dirette o vicine emanazioni, dato che l'archetipo in sé è considerabile irriducibile ad una forma. Ma questa è la meta concettuale, da indagare, del nostro argomento, ed altra sede, più fi losofi ca, è per tale questione più adeguata; a noi interessa in primis appurare la manifestazione del segno, indagarla, studiarne gli sviluppi e le relazioni, tentare di intenderne i valori gnoseologici. Solo su basi certe possiamo poi seguire rifl essioni che spostino il confi ne del conosciuto, confi ne nel caso di simboli e archetipi che è facile intuire molto elevato. Fra i nuovi elementi emersi in questi ultimi anni uno è di particolare valore, quello relativo all'area delle grandi civiltà mesopotamiche, ma almeno altri due casi meritano una breve nota: quello delle ceramiche thailandesi del VII mill. e quello dei decori balcanici del V mill., due casi di piena preistoria, emblematici di simili fenomeni che, pur con minor evidenza, si segnalano e si presuppongono in altri punti del pianeta. In Thailandia dunque il caso più antico, non di nodo salomonico, ma di intrecci a bande che avvicinano concettualmente ad una radice del nostro simbolo: si tratta di frammenti ceramici (terraglia) incisi a pettine in cui è evidente il sovrapporsi e legarsi delle trame. Nulla di straordinario se non si trattasse di manufatti vecchi di nove millenni che provengono da una cultura montana che sviluppa tecniche agricole, di allevamento e ceramica indipendentemente dai paralleli tentativi nella Mezza Luna fertile ed altri d'ambito neolitico iniziale. Il rinvenimento si situa nella "Caverna dello spirito" al confi ne birmano, sito che rappresenta, con quello di Nok Tha, una delle maggiori scoperte dell'archeologia asiatica (Solheim 1972); tali siti ci testimoniano, confermano, quel salto di qualità ideologico che già le prime comunità sedentarie o semisedentarie hanno sviluppato, quel formarsi di un humus che produrrà straordinarie, innovative soluzioni tecnico-ideologiche (è possibile tracciare un confi ne tra i due ambiti?) e che supponiamo manifesti in pieno quell'attenzione ai legami, ai rapporti organici fra gli elementi, al nesso fra cause ed effetti che è alla base strutturale dell'intera sfera iconografi ca cui il nostro simbolo appartiene.
Stvdi Medievali, 2023
The branch 17 of the Roman de Renart deals with a (fake) threefold death of the eponymous protagonist, but the way this is narrated evokes clear folk models of agrarian ritual. Analyzing the text along its narrative progression, we will try to show that the author has reproduced quite closely the structure of a seasonal carnival ritual of death and rebirth. The transposition of this model in a Renardian narration is smooth because of a compatibility between the fox Renart and the figures traditionally involved in these rites, such as the Carnival or the more generic ‘Spirit of the wheat’.
Tradizionalmente, si ritiene che la famiglia Pierleoni tragga origine da un certo Baruch, grande finanziere ed erede di una ricca famiglia ebrea, che nell’XI secolo avrebbe fatto grossi prestiti al cosiddetto movimento riformatore della Chiesa. L’ascesa di Baruch e della famiglia avrebbe poi avuto il suo punto di svolta con la sua conversione al cristianesimo. Baruch si sarebbe fatto battezzare, assumendo il nome di Benedetto Cristiano. Sebbene la discendenza dei Pierleoni dall’ebreo Baruch sembra essere oggi un dato assodato, in realtà essa appare come la cristallizzazione storica di un argomento fatto girare ad arte per screditare la famiglia, in un’epoca in cui l’antisemitismo era una piaga diffusa. Obiettivo del saggio è dunque dimostrare che c’è quanto meno - per dirla con un famosa espressione giuridica - del fumus boni juris nel ritenere che i Pierleoni non fossero affatto ebrei. Mettere poi in discussione l’origine ebraica dei Pierleoni, obbliga ad affrontare la vexata quaestio della loro parentela con i papi Gregorio VI e Gregorio VII.
Lexia, 2011
Keywords: semiotics, imagination, Torah, Hesiodus, original Summary: This paper works about the concept of cultural imagination as a structured collection of "things" recognized by a culture as "existent". This idea is applied to two "original imaginations", the Jewish one, which is described by the first chapter of Genesis (Bereshit) Book; and the Greek one, as described in Hesiodus Theogonia". They happen to be very different: the Jewish imagination is very concreet, poor in number of names ("existing things") and strongly structured in a very characteristic way; the Greek one is inflationary, rich in proper names, inflated by abstract properties. The difference between the two imaginations is consistent with the cultural differences between ancient Greek and Jewish civilisation, and that support the idea that the imagination analysis could be a very useful device for culture semiotics.
2017
In this thesis we investigate about the origins of the constellations. Nowadays the IAU recognises 88 constellations endorsed officially in the 1928 from the Commision 3 in Leiden. Many of these stars patterns, exactly 48, are an heritage of the ancient times, especially from occidental tradition that correspond with greek and roman cultures: in the II century AD, Claudius Ptolemy fixed this constellations. We studied how this 48 constellations were formed in the sky. The first step is to distinguish the zodiacal and para-zodiacal constellations from the others. In fact, the zodiacal and para-zodiacal constellations seem to be formed from mesopotamic culture: many evidences come from seals, clay tablets, boundary stones and star lists. This constellations spread out from mesopotamic lands over mediterranean world. For others constellations the origin is still uncertain. Many studies focus attention on an ancient people of navigators inhabitants of Aegean Sea. Furthermore, it is undi...
RIASSUNTO. I levrieri, insieme ai dingo ed ai basenji, sono i cani con le più antiche rappresentazioni. Abbiamo infatti dei petroglifi che li ritraggono intorno a 10.000/12.000 anni fa ed un sigillo di 9.500 anni fa circa, ritrovato presso il sito archeologico di Jarmo (Iraq), che ritrae un Saluki ed altri due non ben identificati levrieri. Nel corso di questo articolo vedremo le varie razze ufficiali (ma ve ne sono diverse altre non riconosciute) e la loro storia… ABSTRACT. Greyhounds, along with the dingoes and basenji, are dogs with the oldest representations. We have, in fact, petroglyphs portray with them dated around 10,000 / 12,000 years ago and a seal of 9,500 years ago, found at the archaeological site of Jarmo (Iraq), which depicts a Saluki and two other unidentified greyhounds. In the course of this article we will see the different official breeds (but there are several other unrecognized) and their history ...
2004
Perché studiare le origini del XX Settembre? Abbiamo sudato tanto sui banchi di scuola per imparare quel periodo, date, nomi, luoghi, avvenimenti. E ancora ogni anno di questi tempi noi ricordiamo quanto successe nel 1870, e arricchiamo questo momento di nuovi significati. Anche sabato scorso ed oggi abbiamo sentito e sentiremo tanto sul XX Settembre. Ed ogni volta, a me, almeno, viene alla mente il ritratto di qualche eroe, dalle improbabili basette, che dalle elementari all'università ha accompagnato qualsiasi studio dell'italico divenire, e ricordo qualche verso di una canzone che ogni tanto mia nonna mi cantava … Si scopron le Tombe, si levano i morti, i martiri nostri son tutti risorti… Eh, sì addirittura delle canzoni narrano di quei tempi, di quella massa di giovani che con l'impeto di tutta la loro vita ed il loro ardore aprirono una breccia a Porta Pia, o meglio accanto a Porta Pia, irruppero e fecero crollare di schianto con i mattoni delle mura aureliane il potere temporale del Papa, l'ultimo diaframma che separava l'Italia dal suo destino, facendo cadere con le stesse cannonate le cortine dell'oscurantismo e dell'assolutismo, che condannarono Giordano Bruno, condannarono Galileo Galilei-e da tanta parte il libero pensiero. Un oscurantismo che demonizzò i martiri e santificò i carnefici, nato quando di dogmi si fece legge, ma di questo non voglio parlare, troppo ci sarebbe da dire di cose attuali, non è questa la sede. Allora torniamo alla domanda. Perché noi studiamo il XX Settembre, perché noi Italiani festeggiamo questa data? Perché è così importante? Perché il XX Settembre è una cosa molto italiana. Vediamolo insieme.
Rassegna Storica dei Comuni, 2003
Pascua in latino significa pascoli. Una grafia alternativa di tale nome, già esistente in epoca classica ma che andò prevalendo nell'alto Medio Evo, era pascora, con l'accento sulla prima sillaba, da cui deriva la forma italiana. Il diminutivo di pascora, utilizzando il suffisso -ula era pascorula, con l'accento sull'ultima sillaba. E' probabile che da tale dizione abbia origine il nome di Pascarola.
BAU MAGAZINE, 2021
Un breve excursus sulle origini del cane domestico pubblicato sulla rivista veterinaria BAU MAGAZINE lo scorso luglio.
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