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In occasione della 2nd PhenoLab Summer School in Umbria, il PhenoLab – A theoretical laboratory in phenomenology and mental health e’ lieto di annunciare un side event in lingua italiana dal titolo "La ferita che ci interroga. Fenomenologia e medicina narrativa in dialogo nelle pratiche di cura" L'evento si propone di creare un ponte di dialogo tra due ambiti di ricerca e applicazione clinica che condividono una profonda attenzione all'esperienza in prima persona: la fenomenologia e la medicina narrativa. Pur mantenendo le rispettive peculiarità epistemologiche, questi approcci si trovano in una feconda tensione dialettica, indagando non solo cosa significhi vivere con una diagnosi, ma soprattutto come tale esperienza possa riconfigurare il senso di sé e la percezione del mondo circostante. La giornata di studio intende esplorare come questi due approcci dialoghino tra loro e contribuiscano alla ridefinizione delle pratiche di cura alla luce di un fondamentale cambio di paradigma: dal modello centrato sulla diagnosi a quello focalizzato sulla persona e sulla sua costitutiva dimensione relazionale. Con il patrocinio della Societa' Italiana di Medicina Narrativa.
Umanesimo della cura. Creatività e sentieri per il futuro, 2020
Il testo si colloca nell'alveo concettuale proprio della Medicina Narrativa e delle medical humanities. L'umanesimo della cura ri-posiziona al centro del nostro sguardo la persona malata e il suo mondo di significati. A partire da un interrogarsi sul significato stesso della parola "cura", i contributi ospitati invitano a pensare a quanto come operatori della sanità, e più in generale come professionisti della cura, concorriamo davvero a servire l'umano. La cura è questione ontologica che attiene alla complessità dell'umano, ha il carattere dell'avventura e della creatività e rimanda a situazioni, saperi e modi di conoscere situati nella relazione. La medicina necessita di rinnovare le proprie mappe e ripensare i luoghi di cura, forse anche per ritrovare creatività ed entusiasmo nel lavoro.
il volume nasce da un atto di comune impegno scientifico, finalizzato alla composizione di un lavoro plurimo e interdisciplinare intorno al tema della medicina narrativa. Per medicina narrativa s’intende una metodologia d’intervento clinico assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa, come più volte sancito dall’Istituto Superiore di Sanità, ma al tempo stesso si configura come un fenomeno dalle interessanti peculiarità sociologiche. Questo aspetto si colloca nel contesto di una società post-razionale, ambivalente, che oscilla tra una medicina sempre più orientata alle scienze dell’artificiale, ma al tempo stesso bisognosa di rintracciare le proprie origini di scienza umana, che rimetta al centro il discorso sulla persona e sulle reti nella quale è immersa. In questo scenario la narrazione diviene lo strumento per riconnettere non soltanto saperi differenti, esperti e non, ma anche per costruire una comune storia capace di erigere un ponte tra rappresentazioni collettive e soggettive di malattia. Saranno esaminati sia i cambiamenti che sono intervenuti in ambito organizzativo del sistema sanitario che i nuovi orizzonti e le pratiche narrative che si confrontano con la società digitale, entro contesti che favoriscono l’acquisizione di un panorama di competenze multiplo ed interattivo. Il volume si chiude con un ritorno al paziente e alla sua storia, volta a presentare la potenza della narrazione e rendendo percepibile al lettore quanto sia necessario non perdere di vista la ricchezza, sia in termini clinici che epistemologici, dell’esperienza soggettiva.
2018
The perspective of narrative medicine is useful to the legal discourse on informed consent because it intervenes in the mediation between fact and law, opening it to the consideration of experience, to the recognition of the facts and the life events that are at the base of the construction of one’s own identity also in view of therapeutic choices. The aquarium metaphor highlights how a serious illness may cause a biographical disruption, and that the reconstruction of the patient’s subjectivity, and thus his capacity to express genuine consent, is subordinated to the physician’s ability to enter into the patient’s world by using narrative competence.
Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi
ai consigli ricevuti da tutti i professionisti sanitari. Possiamo introdurre a tal proposito il termine concordanza, che non implica alcun aspetto riguardante l'assunzione del farmaco, ma che si riferisce al grado di alleanza terapeutica stabilita tra professionista sanitario e paziente e che, peraltro, assume una valenza più ampia (1). A differenza della compliance, dove il paziente segue passivamente le indicazioni del medico, l'aderenza presuppone un'alleanza terapeutica; secondo Edward Bordin (2), questa è costituita da tre componenti: l'esplicita condivisione di obiettivi da parte del paziente e del terapeuta, la chiara definizione di compiti reciproci all'inizio del trattamento e il tipo di legame affettivo che si costituisce tra i due, caratterizzato da fiducia e rispetto. L'aderenza del paziente al trattamento prescritto dal medico è un processo comportamentale complesso e può essere influenzato da molteplici fattori, raggruppati, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in 5 classi: fattori socioeconomici, fattori correlati al paziente (dimenticanza, negazione della malattia, credo religioso, scarsa comprensione), fattori correlati alla condizione clinica (sintomi non Introduzione L'aderenza al trattamento è generalmente definita come la misura in cui il paziente assume il farmaco prescritto agli intervalli e ai dosaggi indicati dal medico prescrittore. Un aspetto importante, oltre al ruolo attivo del paziente e alla sua partecipazione al trattamento, è che essa si riferisce generalmente Medicina narrativa: la comunicazione farmacista-paziente migliora l'adesione alla terapia?
La voce dei medici scrittori. Suggestioni sul rapporto tra pratica narrativa e pratica medica, 2023
Articolo pubblicato nella rivista «Quaderni delle Medical Humanities» N°1, "Voce", Fondazione Sasso Corbaro per le Medical Humanities, Bellinzona, Casagrande 2023.
Le ferite del guaritore
Questo lavoro nasce dalla mia personale urgenza di dare senso e significato all'esperienza della malattia, un'esperienza che ho vissuto in prima persona come paziente oncologico. Durante il mio percorso di cura, ho avuto modo di confrontarmi direttamente con ogni aspetto dell'attuale condizione del sistema sanitario in Italia e del concetto stesso di cura, con tutte le sue difficoltà, criticità e complessità. Pur riconoscendo come l'ambiente sanitario italiano sia considerato tra i migliori al mondo, ho percepito fortemente la necessità di un cambiamento di paradigma. Si parla spesso di "umanizzazione delle cure" come se i professionisti della salute avessero in qualche modo perso la propria umanità. Tuttavia, questa disumanizzazione non è imputabile ai medici, agli infermieri o agli altri operatori sanitari, ma piuttosto a un sistema economico-produttivo che ostacola la possibilità di creare un setting e un rapporto tra curante e paziente che sia realmente rispondente ai bisogni reciproci. Nel corso del tempo, le unità sanitarie locali hanno subito una trasformazione significativa: da enti dediti alla cura e al benessere delle persone, sono state gradualmente convertite in "aziende sanitarie", con una conseguente perdita di focus sul loro obiettivo primario. La cura è stata delegata quasi esclusivamente agli aspetti numerici e produttivi della medicina basata sull'evidenza (Evidence Based Medicine), una pratica che, pur necessaria, ha finito per distogliere l'attenzione dal vero significato della cura. Questo approccio tende a considerare come successi unicamente la guarigione o il miglioramento dei sintomi, trascurando completamente la qualità della vita, sia dei pazienti che dei curanti. Nel mio percorso, ho sentito il bisogno di andare oltre questa visione riduttiva e ho deciso di creare un laboratorio di Scrittura Creativa per pazienti oncologici, presentato anche presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Tor Vergata di Roma. Il progetto, intitolato Aiutami a raccontare, ha ottenuto grande consenso e interesse, ponendo l'accento sulla relazione di aiuto che ogni forma terapeutica dovrebbe necessariamente includere. La scrittura diventa così uno strumento per dare voce al vissuto del paziente, permettendogli di esprimere il proprio dolore, le proprie paure e i propri desideri, in un contesto che valorizza la narrazione come parte integrante del processo di cura. Il titolo del presente lavoro trae ispirazione dall'archetipo junghiano del guaritore ferito1. Nella mitologia greca, Chirone, il guaritore ferito per eccellenza, non solo cura gli altri attraverso l'esperienza del proprio dolore, ma trova nella cura degli altri una forma di guarigione per sé stesso. Questo archetipo rappresenta l'urgenza di dare risposta al proprio soffrire e di trovare un senso e una direzione attraverso l'azione. È un'immagine potente che risuona profondamente con l'esperienza di molti pazienti oncologici, che trasformano il loro dolore in un motore per aiutare gli altri e per rinnovare il proprio impegno verso la vita. Riflettendo su questo tema, mi sono accorto che la risposta del paziente oncologico, in termini di adattamento creativo, spesso si traduce in un'azione diretta sulla società, un'azione che può essere definita politica nel senso più alto e nobile del termine. Questo lavoro, che si configura quasi come una ricerca sul campo in termini narrativo-antropologici, raccoglie una serie di testimonianze che ho raccolto durante le interviste con persone che ho incontrato nel mio percorso di guarigione. Utilizzo il termine "guarigione" non nel suo senso bio-clinico, ma come un processo che porta a ristabilire significato e valore all'esperienza della malattia. In questo contesto, l'arte, lo sport e l'impegno sociale diventano risposte attive che permettono di trascendere i termini quantitativi della malattia, per focalizzarsi su una qualità della vita che riflette la definizione olistica di salute fornita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: "La salute è uno stato di completo benessere fisico, emotivo, sociale e spirituale, non solo assenza di malattia". Questa visione olistica della salute è fondamentale per comprendere il ruolo della cura e dell'autoespressione nel processo di guarigione, e per riconoscere che la qualità della vita non può essere ridotta a semplici numeri o parametri clinici.
L'articolo esplora la relazione terapeutica nell'ambito della psicoterapia costruttivista intersoggettiva, ponendo particolare enfasi sulla metafora dei due terapeuti. Gli autori illustrano come il terapeuta debba integrare due ruoli complementari: il terapeuta davanti, direttamente impegnato nella comunicazione con il paziente, e il terapeuta dietro, che elabora significati e procedure basandosi su conoscenze teoriche e intuizioni emotive. Questo modello riflette la complessità del lavoro terapeutico, che richiede equilibrio tra comprensione empatica, autoconsapevolezza e consapevolezza tecnica. La relazione terapeutica è descritta come uno spazio intersoggettivo sicuro, in cui il paziente può ricostruire un senso integrato di sé attraverso il riconoscimento e la legittimazione delle proprie esperienze dissociate. Gli autori enfatizzano inoltre l'importanza della sintonizzazione affettiva e dell'approccio olistico per favorire un cambiamento trasformativo. Parole chiave: Relazione terapeutica, psicoterapia costruttivista intersoggettiva, transfert e controtransfert, sintonizzazione affettiva, dissociazione del sé, metafora dei due terapeuti ABSTRACT e article explores the therapeutic relationship within the framework of intersubjective constructivist psychotherapy, placing particular emphasis on the metaphor of the two therapists. e authors illustrate how the therapist must integrate two complementary roles: the front-facing therapist, directly engaged in communication with the patient, and the back-facing therapist, who processes meanings and procedures based on theoretical knowledge and emotional insights. is model reflects the complexity of therapeutic work, which requires a balance between empathic understanding, self-awareness, and technical awareness. e therapeutic relationship is described as a safe intersubjective space where the patient can reconstruct an integrated sense of self through the recognition and legitimization of their dissociated experiences. e authors also emphasize the importance of affective attunement and a holistic approach to foster transformative change.
SALUTE E SOCIETÀ, 2013
La rivista esce sotto l'alto patrocinio dell'Università degli Studi di Bologna (Coord. Scient.
Rivista Di Psicoanalisi, 2014
La poesia esprime un particolare rapporto col tempo e con la conoscenza, aveva osservato nel 1987, nel suo discorso per il premio Nobel, Iosif Brodskij. Quando un poeta scrive, e resta sorpreso da cio che emerge, non sapendo mai anticipatamente quello che ne uscira fuori, ebbene, in quel momento «il futuro della lingua entra nel suo presente. Esistono, come sappiamo, tre modi di conoscenza: quello analitico, quello intuitivo e quello utilizzato dai profeti biblici, il servirsi della rivelazione. Cio che distingue la poesia dalle altre forme letterarie e che essa utilizza simultaneamente tutti e tre i metodi (ten- dendo prevalentemente al secondo e al terzo)» (Brodskij, 1988, 10)...
2022
Il presente contributo nasce all'interno dei lavori per il Vocabolario Dantesco (VD), progetto realizzato in collaborazione tra l' Accademia della Crusca e l'Opera del Vocabolario Italiano (OVI) che si inserisce nell'ambito delle celebrazioni per i due anniversari della nascita e della morte di Dante Alighieri (2015 e 2021). 1 In proficuo dialogo con questo strumento si collocano le schede lessicografiche di approfondimento che ho allestito per il volume di Donatella Lippi, Dante tra Ipocràte e Galeno. Il lessico della medicina nella Commedia, pubblicato nel 2021 dall'editore Pontecorboli di Firenze (Lippi 2021). Lo studio del lessico di ambito medico e anatomico della Commedia rientra nell'analisi lessicologica a tutto tondo che sta alla base del lavoro del vocabolario: le schede lessicali del VD, di necessità sintetiche e tagliate sulla definizione e sull'interpretazio-1 Il VD è consultabile in rete all'indirizzo www.vocabolariodantesco.it. Si rimanda alle pagine introduttive del sito per l'illustrazione del progetto e dei suoi criteri. Il gruppo di lavoro è attualmente composto da
Il 18 Novembre 2016, nell'ambito della manifestazione milanese Bookcity, presso la sede di Via Festa del Perdono, 7 dell'Università degli Studi di Milano è stata organizzata una conferenza dal titolo "Significati della malattia in letteratura: Diamela Eltitt e Lina Meruane, Pablo D'Ors". Il tema centrale dell'incontro era la narrazione della malattia in letteratura.
This paper investigates, in an anthropological key, the different connotations, valences and functions assumed in the human societies by the patient and the healer, omnipresent poles of the couple upon which every medical practice is founded. First of all, we point out how both these terms are referred not only to the “objective” condition of the sufferer and of the healer, but rather they are referred to positions assigned to individuals in their own social framework, on the basis of factors and considerations which can even go beyond the psycho-physical conditions of the single patient and the concrete knowledge of the healer. We therefore investigate here the nature of them both, as well as the various levels in which therapeutic actions are performed; in particular, we emphasize the assumption that in every single illness episode the human suffering is placed in a meaningful framework. This is quite central to point out the fundamental relevance of communication in therapeutical settings (between patient and healer, but also between them both and the rest of the society). The profound awareness of the cultural and social construction of illness allows us to better understand how simbolic and ritual therapies can be efficacious, even if they disregard and leave out of account a direct (pharmacological, mechanic, surgical, etc.) intervention upon the sick organism. Moreover, the same determination about the illness and the recovery status is socially produced on the basis of facts and considerations which are not limited to the single patient and his physical condition. We have to realize how health and illness are conceived exclusively in an holistic perspective, in order to clarify the reason why so frequently the comprehension of the meaning of suffering is a fundamental step towards the recovery.
Presentazione divulgativa della mia ricerca sul dolore cronico - Fondazione ISAL Rimini.
Ritengo che la dimensione rituale possa costituire un ponte per riflettere su affinità e differenze tra la pratica analitica da un lato e quella dell'etnopsichiatria (senza escludere il vertice sistemico). In questa breve premessa vorrei distinguere nettamente ritualismo e dimensione rituale. Il ritualismo è la cristallizzazione di un copione che pur essendo traccia di una esperienza dell'anima la sostituisce là dove la possibilità dell'esperienza diretta si è impoverita. Questa perdita è espressa magistralmente nel Tao Te Ching:
La medicina narrativa: un ponte di parole tra razionalità e creatività, 2020
Nel nostro sistema sanitario nazionale la diagnostica ha raggiunto livelli di eccellenza, gli interventi di prevenzione e di cura ci garantiscono di debellare le malattie nella maggior parte dei casi, o di cronicizzarle tenendole sotto controllo nel tempo. Nonostante questo, la persona bisognosa di cure “sente” forte questa distanza. La medicina basata sulle evidenze ne è in gran parte responsabile, in quanto non considera l’aspetto più profondo del malato, quello emotivo, che invece condiziona il modo di vivere il suo percorso di cura. Il bisogno di colmare questa distanza si può concretizzare in un ponte che unisce la conoscenza tecnico scientifica con il sentire del paziente e di chi si prende cura di lui. La Medicina Narrativa è un ponte la cui costruzione è condivisa nel tempo e nei fatti da tutti gli attori che insieme al malato compiono il percorso di cura, un ponte che si regge principalmente sull’empatia, l’ascolto e la comunicazione, e che unisce come un gioco di parole EBM e NBM, due diversi approcci alla cura che trovano il modo di procedere insieme senza svalutarsi reciprocamente, come viene sancito dalla Consensus Conference del 2015.
In this essay I discuss the epistemological dimensions of the illness Narratives. An intra-discursive model is proposed, that centers around the concept of Experience: made personally by the speaker; made by another person who informed the narrator about it; simply supposed by the speaker as something that another person should have lived. The word status of the narrator is analysed.
2020
Redazione / Editorial Board Chiara tavElla (coordinamento), lorEnzo rESio Per la rubrica «Discussioni» / For the column «Discussioni» laura CannavaCCiuolo (coordinamento), SalvatorE arCidiaCono, nino arriGo, marika Boffa, lorEdana CaStori, domEniCo Cipriano, antonio d'amBroSio, maria dimauro, Giovanni GEnna, CarlanGElo mauro, GEnnaro SGamBati, franCESCo SiElo Revisori/Referees Tutti i contributi pubblicati in questa rivista sono stati sottoposti a un processo di peer review che ne attesta la validità scientifica
Roma Tre Press, 2017
L’interesse per la scienza medica da parte della sociologia, soprattutto statunitense, comincia già dagli anni Trenta e Quaranta, da autori quali Parsons, Mead, Merton e soprattutto Strauss e Glaser. Tale interesse nasce dalla consapevolezza che con il crescere della complessità dell’ambiente sociale e la specializzazione progressiva della pratica medica, prendere in considerazione il contesto sociale del paziente e la sua storia di malattia, diventa più che mai indispensabile. Muovendoci nel paradigma della medicina narrativa sarà utile riflettere sulla narrazione sia come dato interessante per il lavoro di ricerca che come pratica clinica, tenendo conto delle potenzialità informative, ma soprattutto narrative che il digitale offre al paziente contemporaneo per comunicare la propria presenza. The interest in medical science by sociology, especially in the United States, has begun since the Thirties and Forties, by authors such as Parsons, Mead, Merton, and especially Strauss and Glaser. This interest arises from the awareness that, with the growing complexity of the social environment and the gradual specialization of medical practice, taking into account the patient’s social context and its story of illness, it becomes more than ever indispensable. Moving into the paradigm of narrative medicine, it will be useful to reflect on narrative as both interesting data for research work and clinical practice, taking into account the informative, but above all narrative, potential that digital offers to the contemporary patient to communicate their presence.
Pensieri Circolari. Narrazione formazione e cura. Medicina narrativa, approccio narrativo, 2014
Il libro si colloca nell'alveo concettuale della Medicina Narrativa e delle pratiche educative condotte con un approccio narrativo. Negli ultimi anni si sono sempre più sviluppate pratiche di intervento e formazione esperienziale fondate sul paradigma narrativo. Uno dei problemi più urgenti da affrontare per i professionisti della cura che sono interessati a questi approcci riguarda la ricongiunzione di una cura basata sulle evidenze con una cura basata sulle percezioni e interpretazioni, sui vissuti e i racconti. Occorre una ricomposizione della “cultura umanistica” con la “cultura scientifica”. In questo volume si coglie la ricchezza del confronto tra esperti che, con diverso sguardo e in differenti ambiti di “cura”, hanno utilizzato, fatto ricerca, riflettuto sull'utilizzo delle storie in ambito sanitario, educativo e, più in generale, di sviluppo della persona.
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