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2025, theorein.it
Da Anastasio IV ad Adriano IV
In this work which I have written with my co-worker Gabriele Primavera, web developer, we illustrate the features and the functions of our website www.papersesh.com, a platform dedicated to Egyptian philology: our platform, focalized on hieratic literature but containing also epigraphic hieroglyph, allows the user to research for single writings of Egyptian words. In other terms, from one hand he can learn hieratic by visualizing both signs and ligatures (something which handbooks rarely do) taken directly from photographic reproductions of the original text, from the other he can explore the behavior of words in co-text: how is a verb written when in infinitive form? How when followed by a nominal or pronominal subject? How when plural? and so on. Each word is endowed with transliterated co-text and translated in English, Italian and Latin: in particular, this last translation is reserved to grammatical study. In fact, the syntactic freedom of Latin allows to render the Egyptian sentence word by word with the "real", unchanged morphologic values of the words. Furthermore, the search tools are organized so that the user can isolate words according to the position of a letter within them (I can, for example, check the morphologic behavior of verbs having a given letter in first, second, third, N position). Our aim is to provide philologists and researchers on middle Egyptian phonology with a quick and effective tool
NUOVI SEGNI, 2021
Nota storica sulla intitolazione della chiesa Madre di Floridia a San Bartolomeo Apostolo.
Il contributo analizza il ruolo degli allievi bolognesi di Pio Carlo Falletti nello sviluppo della storiografia medievistica fra Otto e Novecento
Saggi e memorie di storia dell'arte, 2001
Da giovane era stato il figlio ribelle e avventuroso di un padre violento e militarista; amava la musica, suonando e componendo con estro; leggeva instancabilmente, e la conversazione con i filosofi era nella sua giornata la cosa più importante; dichiarava il re «il primo servitore dello Stato» e la «corona un cappello che lascia passare la pioggia». Eppure, in una politica europea già spregiudicata, Federico il Grande inaugurò un cinismo aggressivo, strumento della volontà di potenza entrata -secondo alcuni storicinei geni maligni dell'Europa futura; era sleale e ingrato, «il malvagio uomo» lo chiamava Maria Teresa d'Austria. Si reputava un philosophe innanzitutto: strano philosophe che disprezzava l'umanità. Figura doppia, contraddittoria, enigma sfuggente, e quindi soggetto ideale per una biografia. Alessandro Barbero -storico, storico militare, premiato scrittore di romanzi storici, curatore di programmi culturali in televisione -parte dal dettaglio della vita quotidiana del monarca prussiano, per condurre il lettore a riflettere su cos'è la grandezza nella storia, e cos'era nel Settecento la grandezza. In un procedere incalzante e pieno di brio, come una conversazione, che rende l'esattezza del saggio seducente quanto un bel racconto.
theorein.it, 2023
Questa è l'età di Ludovico il Pio e, per una manciata di anni, dei suoi figli e successori, ma non può essere intitolata a lui direttamente, in quanto il suo lungo impero non è stato caratterizzato dalla sua personalità, ma piuttosto dal fatto che egli stesso sia stato spessissimo sballottato dagli eventi. La stabilità dell'epoca, specie nelle sue prime decadi, fu solo la conseguenza del fatto che Ludovico regnasse da solo. Ludovico aveva molte qualità umane ma quasi nessuna da uomo di stato, mentre i suoi figli furono ancor più scialbi di lui. Uomo profondamente religioso, lavorò instancabilmente per il rafforzamento e l'espansione delle strutture della Chiesa Imperiale, ma non riuscì a infonderle una linfa spirituale davvero nuova. In questo periodo il Papato e lo Stato della Chiesa si inseriscono profondamente nella Chiesa Imperiale e nel Sacro Romano Impero, ma non ne vengono fagocitati, anzi riescono a mantenere un contatto con il resto del mondo cristiano, assistendo con soddisfazione alla fine definitiva dell'Iconoclastia in Oriente, dando un decisivo contributo all'evangelizzazione incipiente di Slavi e Scandinavi e, soprattutto, svolgendo un ruolo chiave, anche se non sempre di primo ordine, nella costruzione dell'edificio ecclesiastico imperiale. Anche sul Soglio pontificio, come su quello imperiale, non ci sono grandi personalità. I Papi migliori, Stefano IV e Eugenio II, muoiono troppo presto, mentre Pasquale I e Gregorio IV non sono sempre all'altezza del loro compito. Sergio II è poi concordemente deplorato dalle fonti per il suo malgoverno ordinario della Chiesa. Tuttavia essi, nei momenti cruciali, riescono ad esercitare persuasivamente il munus petrino e sono, oltre che Capi della Chiesa Universale, veri Patriarchi dell'Occidente, col quale si identificano e in cui non ricusano di svolgere un ruolo ancillare nei confronti degli Imperatori, paghi del fatto che, finalmente dopo secoli, possono usufruire di una protezione che non li privi della libertà di magistero. Unica nota stonata è la rivalità tra i Romani e i Franchi, in quanto i primi si identificano sempre più col popolo della Chiesa, mentre i secondi rivendicano la tradizione teocratica dell'Impero di Costantino, Giustiniano e Carlo Magno. L'idea di Impero si va germanizzando, mentre quella di Chiesa Romana si va politicizzando, etnicizzando. I guasti di questa tendenza si vedranno però solo alla fine del secolo. Ora il Papato e la Chiesa vanno espandendosi nell'Impero, come in un guscio protettivo, come in una crisalide. Nel periodo successivo avverrà la fioritura. STEFANO IV [V] (22 giu. 816-24 gen. 817) Stefano era romano ed era nato da una famiglia nobile, tra le più altolocate, che avrebbe dato alla Chiesa, in quel secolo, altri due Papi, ossia Sergio II e Adriano II. Il padre di Stefano si chiamava Marino. Sin dall'infanzia Stefano era stato accolto ed educato in
Inventors of first gasoline engines in Italy
Il silenzio avvolge il breve scritto di María Zambrano che pubblichiamo in questo volume, Il venerato Larousse. L'articolo tratta del silenzio sotto cui la cultura egemonica (la cultura enciclopedica francese, nella fattispecie) passa le manifestazioni di culture e saperi "periferici", e al contempo, le circostanze e le vicende della sua apparizione (e sparizione) costituiscono una prova lampante della questione. Ripercorrerne la storia ci permette di esplorare tutte le dimensioni e le ragioni di questo silenzio, da cui esso finalmente emerge, dopo più di quaranta anni dalla sua composizione. La prima traccia dello scritto si trova in una lettera di Zambrano diretta all'amica Elena Croce, datata 29 giugno del 1972, dove la filosofa informa di aver spedito in una busta, assieme ad altri materiali, un «divertissement» concernente «Il Larousse della filosofía». 1 Si riferisce-questo lo si deduce per le date-al volume di Julia Didier, Dictionaire de la philosophie, pub...
Da ragazzo ebbi il privilegio (lo capii solo decenni dopo) di conoscere Don Cola Tampuso, un attempato contadino di Grotte (AG) che chissà come era andato a finire in quel di Cefalù (PA), dove coltivava un piccolo podere in regime di mezzadria insieme all'anziana moglie. Nonostante che il 50% dei frutti del suo lavoro andassero a finire nelle tasche di uno che "amava mietere dove non aveva seminato", Don Cola poteva sbarcare il lunario, dato che il podere distava da Cefalù non più di due chilometri. Ne fosse stato distante dieci o più, gli intermediari gli avrebbero portato via quasi tutto il resto, lasciandogli solo il giusto per sopravvivere. Il lettore avrà riconosciuto la "legge di ferro" di David Ricardo (1772-1823). Cerchiamo ora di capire cosa succede quando "la superficie territoriale di un dato paese diventa proprietà privata". Chiunque sia in grado di recintare un pezzo di terreno e chiamarlo suo, rivendica sovranità su di esso, ma solo se è in grado di difenderlo con la forza. In regime di recintazione, quindi, sorgono due sovranità: quella del governo, che la sbandiera con vessilli, uniformi, inno nazionale, tassazione e orpelli vari, e quella dei terratenenti, che si guardano bene dallo sbandierare alcunchè, però la esercitano di fatto, come la esercitava il padrone del podere di Don Cola. Il quale, come tutti gli emarginati, faceva il proletario, o se si vuole il nullatenente. Campava, circostanze permettendo. Ora è chiaro che una stessa superficie terriera non può avere due sovrani: il più forte caccerà via il più debole. Questi i termini (fondiari; quelli monetari verranno appresso) della Questione Sociale, della quale si può leggere in Tito Livio per poi vederla fare da sfondo a qualsiasi libro di storia di qualsiasi luogo e periodo. Quanto meno l'autore ne percepisce l'importanza come causa determinante di guerre, trattati, matrimoni dinastici, colonialismo, elezioni papali, rivoluzioni, esecuzioni capitali e chi più ne ha più ne metta, tanto più costui rivelerà al lettore attento, e solo a lui, i drammi per non dire le tragedie della sperequazione fondiaria. Quattro ne sono le conseguenze. La recintazione conduce, prima o poi, al latifondo. Ciò si deve alla natura umana, che ha decretato la diversità individuale insieme all'uguaglianza personale. I gestori meno abili di una proprietà non ci metteranno molto a venderla, facendola così fondere con quella di chi ci sa fare e che offre loro una certa somma. Questa è una ragione per cui nessuna "riforma" agraria basata sulla recintazione abbia mai avuto successo. Il latifondo deprime i salari tanto di chi vi lavora dentro quanto fuori, dato che spinge il margine di coltivazione sempre più lontano dai centri di consumo. Derrate pagate € 0.06/kg alla produzione si rivendono a € 1,20/kg al mercato. Ecco una seconda ragione del fallimento delle cosiddette "riforme" agrarie. La distanza delle proprietà "riformate" dai centri di consumo le rendono antieconomiche. Per massimizzare la rendita, il "sovrano" latifondista deve poter contare su un pool di disoccupati, così da poter mantenere i salari bassi, e su tariffe doganali che lo proteggono dalla competizione, così da poter mantenere i prezzi di vendita alti. In genere ottiene i due scopi quando o lui o i suoi colleghi S i l v a n o B o r r u s o Una seconda frode, ancora più grossa, è il debito pubblico: la Banca Centrale crea denaro dal nulla e lo "presta" allo Stato, pretendendo il pagamento di interesse (non di capitale, che estinguerebbe il debito) tassando chi lavora. Che nessuno si chieda: "ma perché deve far ciò la Banca Centrale? Non può farlo lo Stato, con moneta libera da debito?"[28] si deve agli imbrogli di Adam Smith e discepoli, che sono riusciti ad offuscare la vista di sette generazioni di imbrogliati. Pochi sanno, e molti benpensanti si scandalizzeranno a leggere, che l'istituzione chiamata Banca Centrale è il punto programmatico n.5 del Manifesto Comunista del 1848. "Il capoccia delle teste confuse", come lo chiamava Henry George, propone, nel suo Manifesto, La concentrazione della ricchezza nelle mani dello Stato per mezzo di una banca nazionale con monopolio esclusivo. Da allora, l'istituzione si è andata spargendo per il mondo a macchia d'olio.[29] Le banche centrali emettono moneta secondo i dettami della Banca Mondiale. La sua politica odierna è di permettere al cosiddetto "Gruppo dei 12" di avere una relativa abbondanza di contante, e al resto del mondo (eccetto quei paesi che osano sfidare codeste politiche) di arrangiarsi come può prendendo denaro "a prestito" dai mal chiamati "donatori". Ciò significa che le banche centrali dei paesi poveri emettono il contante giusto per bilanciare le quantità di dollari "presi a prestito". Il fondamento logico di una tale politica non è mai stato spiegato. I suoi effetti li spiega Hernando De Soto in The Mystery of Capital: il patrimonio nelle mani dei poveri di tutto il mondo ammonta, secondo i suoi calcoli, a 9,3 mila miliardi di dollari. Ma codesto capitale è come un motore ingrippato per mancanza di lubrificante. Questa mancanza di contante mantiene i paesi poveri in uno stato di deflazione permanente, con tutti i problemi sociali che ne seguono.[30] Le banche commerciali riempiono il vuoto, ma non emettendo contante; esse emettono credito, come già spiegato, e lo emettono solo agli "accreditati", cioè a pochi eletti (leggi: già ricchi). Che naturalmente si arricchiscono ancor più, e non proprio per "interventi governativi". Oltre al credito, le banche creano confusione, grazie alla quale prosperano. È nel loro interesse rifilare due storielle con le quali ingannano il pubblico da 400 anni:[31] Che prestano il denaro depositatovi dai risparmiatori; E che il contante cartaceo è "sostenuto" dai lingotti d'oro che fanno bella mostra di sé nei loro sotterranei.[32] Nessuna delle due proposizioni è vera, ma ambedue sono efficacissime a far continuare la confusione denaro = credito/moneta nelle menti dei più. La differenza tra credito e moneta è qualitativa, non quantitativa; ma la mente "moderna", abituata a stimare quantità e a disprezzare qualità, trova difficile percepirne la differenza. Un paradosso che ne segue è che i cosiddetti "cattivi" prestiti possono esser cattivi per le banche, ma non per l'economia, nella quale rimane il credito emesso senza danni per nessuno; e un altro è che i furti di contante dagli stabilimenti bancari, a mano armata o no, per quanto dannosi per chi può rimetterci la pelle, iniettano contante nell'economia, allontanandone la deflazione.
Per leggere un libro come questo, o gli altri volumi di questa collana, fa' finta di essere in un bosco incantato, nel silenzio della natura dove solo chi ha l'orecchio esercitato sa sentire un battito d'ali, il verso della ghiandaia, il passo della volpe. Leggi con calma, rifletti, confronta con le tue conoscenze e con i tuoi libri di storia. Raffronta le vicende umane di questi "antichi" personaggi con quelle dei contemporanei, persino con le tue. Solo così apprezzerai a pieno le "storie" che ho raccolto e ne subirai le suggestioni.
E' noto come la cronologia della vita dell'apostolo Paolo rappresenti uno degli enigmi più complessi e duraturi negli studi del Nuovo Testamento. Il numero di cronologie proposte, anche solo nell'ultimo mezzo secolo, sono impressionanti. Naturalmente, ciò che è in gioco non è solo la cronologia in sé, ma anche tutte le questioni ad essa correlate, come la data e il luogo di composizione delle epistole, il tentativo di stabilire lo sviluppo del pensiero paolino nel tempo, l'autenticità delle fonti ecc. In particolare, la possibilità di stabilire una cronologia paolina assoluta è ostacolata dalla relativa carenza di punti fissi databili con certezza; la fuga di Paolo da Damasco (2Cor 11,32-33) ne è un classico esempio. Di questo famoso episodio, nella Prima Parte del nostro lavoro, esamineremo le ipotesi di datazione avanzate fino ad oggi, sulla falsariga di D. A. CAMPBELL (An Anchor for Pauline Chronology: Paul's Flight from "The Ethnarch of King Aretas"). Nella Seconda Parte, utilizzando i risultati di un nostro recentissimo studio (ATZORI, M., Il ritorno di Agrippa in Italia. Note storiche e cronologiche su un passo di Giuseppe Flavio: Ant.18,155-161, reperibile on-line sul sito Academia.edu) cercheremo invece di mostrare come una più attenta cronologia consenta una ricostruzione degli eventi, per molti ed importanti aspetti, assai più esplicativa delle precedenti.
2012
I Documenti d'Amore di Francesco da Barberino si colloca nella letteratura del primo Trecento italiano. Ovviamente è il tempo che "ci è stato imposto di vedere" con il predominio di Dante e dalla sua più celebre Comedìa...
Una descrizione delle ricerche e degli scavi effettuati nel sito preistorico denominato Buca di Spaccasasso.
Commenti ai vangeli della liturgia domenicale
Dopo aver attraversato vittoriosamente la tempesta, che tanto aveva terrorizzato i suoi discepoli, Gesù fa ritorno nella sua terra per affrontare altre acque oscure e altre tempeste, come la folla e l'odio dei suoi nemici. Nonostante questo Egli non smette di sanare le ferite del suo popolo; come quella di un padre, Giàiro, che è disposto mettere in gioco la sua posizione di capo della sinagoga pur di salvare la figlia. Non è meno commuovente l'incontro con l’emorroissa, una donna resa "impura" dalla sua malattia, a cui Gesù, oltre che la salute, restituisce la dignità e l’ integrazione sociale che aveva perso. Due immagini emblematiche capaci di rivelarci come quella del Maestro sia una missione di amore e salvezza per tutti. Questo brano ci offre due esempi quasi agli antipodi: un uomo stimato da tutti e una donna emarginata per la sua “impurità”, entrambi però ottengono Grazia per lo stesso motivo, una profonda e incondizionata disponibilità all'amore di Dio.
2004
Gerbert d'Aurillac was Pope Sylvester II since 999 through 1003. His history is presented in order to understand his outstanding contribution in the establishment of quadrivium sciences (arithmetics, music, geometry and astronomy) in the curricula studiorum of cathedral schools and therefore of forthcoming universitates studiorum. Gerbert allowed the first sharing of arabic scientific culture (e.g. introducing in his didactic method the astrolabium, the abacus and the monochord) with Christian world participating in person to the "mini-renaissance" of the 10th century.
Didattica della Storia, 2024
L’articolo propone risorse e idee per realizzare un laboratorio di storia dedicato alla Sardegna giudicale tra XI e XII secolo, nelle Scuole secondarie di secondo grado. Oltre alla pianificazione delle attività, vengono riportate alcune fonti per affrontare il tema da una prospettiva laboratoriale. - The article proposes resources and ideas for creating a history laboratory dedicated to Giudicale Sardinia between the 11th and 12th centuries, in secondary schools. In addition to planning the activities, the text contains some sources to be analyze during the laboratory.
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